L'Arco di Augusto a Rimini fu consacrato all'imperatore Augusto dal Senato romano nel 27 a.C. È il più antico arco romano rimasto. Segnava la fine della via Flaminia che collegava la città romagnola alla capitale dell'impero, confluendo poi nell'odierno corso d'Augusto, il decumano massimo, che portava all'imbocco di un'altra via, la via Emilia.
La sua funzione principale, oltre a quella di fungere da porta urbica, era quella di sostenere la grandiosa statua bronzea dell'imperatore Augusto, ritratto nell'atto di condurre una quadriga. Secondo un'altra ipotesi, del riminese Danilo Re, il monumento sarebbe stato coronato dai Bronzi dorati di Cartoceto (PU), che rappresenterebbero in questo caso Giulio Cesare, Ottaviano Augusto, la madre di Augusto Azia maggiore e infine
Giulia minore, madre di Azia e sorella di Cesare. Alla presenza di tali statue sarebbe dovuto il nome di Porta Aurea, usato fin nel Medioevo. Si tenga presente che esistono numerose altre ipotesi per ciò che riguarda la collocazione originaria e l'identificazione dei Bronzi dorati di Cartoceto.
Insieme al ponte di Tiberio, è oggi uno dei simboli di Rimini, tanto da comparire nello stemma della città.